Curare il biancospino (crataegus monogyna) è piuttosto semplice, non sono necessarie infatti troppe attenzioni; è sufficiente qualche accorgimento per coltivare con successo questo arbusto ornamentale, utilizzato soprattutto come siepe o nelle bordure. Sia nel momento della fioritura, quando produce i suoi candidi fiori, sia in autunno, quando si ricopre di splendide bacche rosse, è eccezionalmente decorativo. In più, i frutti del biancospino sono commestibili, anche se vengono utilizzati soprattutto per ottenere marmellate, gelatine, sciroppi e infusi.
La cura del biancospino, come già anticipato, non richiede particolari fatiche: si tratta infatti di una pianta rustica che può restare all’esterno tutto l’anno, anche in zone dagli inverni particolarmente rigidi, senza incorrere in particolari danni. La messa a dimora, però, dovrà essere fatta in un luogo soleggiato o a mezz’ombra, possibilmente in un terreno calcareo, soffice e profondo.
Ulteriori indicazioni per il posizionamento del biancospino riguardano la sistemazione nel terreno, che andrà fatta scavando una buca profonda il doppio rispetto alle dimensioni della massa radicale. Sul fondo della buca andrà quindi inserito uno strato di 3-4 centimetri di ghiaia e altrettanti di letame maturo, in modo da migliorare il drenaggio dell’acqua piovana. Il tutto, pianta compresa, andrà coperto da uno strato esterno di terriccio, compattato leggermente.
L’irrigazione è invece l’aspetto più oneroso nella cura del biancospino: alla pianta infatti non dovrà mai mancare l’acqua, che di conseguenza dovrà essere data con una certa frequenza, una volta alla settimana circa. Nei periodi di calore eccessivo oppure quando si tratta di un esemplare giovane, poi, l’irrigazione dovrà essere ancora maggiore.
Per decidere quanto irrigare il biancospino bisognerà tuttavia anche prendere in considerazione il substrato: se il terreno non è quello ideale, ossia calcareo e quindi capace di trattenere maggiormente l’acqua piovana, si dovrà aumentare la frequenza delle innaffiature.
Potando leggermente il biancospino al termine dell’inverno, inoltre, si favorirà la ripresa vegetativa primaverile, che sarà più intensa. Infine, per quello che riguarda l’eventuale fertilizzazione, si potranno utilizzare composti specifici di concime liquido a base di fosforo e potassio. Da marzo a settembre questi due elementi serviranno a valorizzare la fioritura.