Non ancora comunissima ma di grande effetto scenografico, la boutonniere, ossia il fiore all’occhiello dello sposo, potrebbe diventare sempre più di tendenza anche nei matrimoni nostrani, considerando che si tratta di un accessorio che consente di riprendere lo stile e i colori tematici delle nozze con un particolare sull’abito dello sposo che, tendenzialmente, non è troppo interessato a questi dettagli.
Le spose, convincendo i futuri mariti a mettere la boutonniere, potranno creare tra questo elemento e il proprio bouquet un legame, simbolico ed estetico, che sicuramente colpirà tutte le donne presenti alla celebrazione. Per i fiori all’occhiello si scelgono in genere le rose, adatte a tutte le stagioni, mentre è possibile optare per mughetti, gardenie e gigli in estate, per fresie, narcisi e orchidee in primavera, per genziane e iris in autunno e per camelie e rose di Natale in inverno.
La regola fondamentale resta tuttavia quella della coerenza e della semplicità: la boutonniere non dovrà essere troppo vistosa ma neppure invisibile e dovrà comunque rispettare lo stile floreale scelto per le nozze dalla consorte. Non vorremmo tuttavia spaventare gli sposi: la boutonniere resta una semplicissima composizione floreale, spesso creata anche da un singolo fiore, appuntata con degli spilli all’occhiello, sul risvolto della giacca o sopra la tasca destinata alla pochette. In ogni caso dovrà essere sempre posta alla propria sinistra, vicino al cuore.
La tradizione vuole che sia la madre dello sposo ad appuntare il fiore all’occhiello con degli spilli, anche se, nelle composizioni moderne si prediligono apposite asole con bottoni o addirittura calamite. Il fiore all’occhiello potrà essere indossato dallo sposo e dai suoi testimoni o dai testimoni maschi della sposa, dal padre del futuro marito o dal suocero. Naturalmente i fiori dovranno essere uguali per tutti. Se tuttavia lo sposo decidesse di non portare la boutonniere, allora, secondo il galateo, questo sarà vietato a tutti gli altri uomini presenti alle nozze.