Tra le piante antizanzare più celebri c’è sicuramente la calendula, da coltivare in giardino per colorare il nostro prato di un bell’arancione intenso. Per piantare la calendula in modo corretto è necessario scegliere un luogo esterno soleggiato, in piena terra ma anche su un balcone; la calendula è invece poco adatta a crescere e svilupparsi in casa o comunque in un luogo chiuso.
Per il resto la coltivazione della calendula non necessita di particolari attenzioni: si tratta infatti di una pianta poco esigente che si adatta bene a varie condizioni climatico-ambientali. Piantare la calendula può essere fatto o tramite piantine acquistate in vivaio oppure direttamente attraverso la semina. In entrambi i casi le calendule preferiscono terreni ricchi di sostanze organiche, leggeri e che favoriscano il rapido smaltimento dell’acqua in eccesso, dal momento che la pianta sopporta pochissimo i ristagni d’acqua.
Anche se alla calendula il ristagno è particolarmente dannoso, l’irrigazione deve essere fatta con regolarità, specialmente quando la pianta è in fiore. Come regola generale, per non eccedere, è bene bagnare le calendule solo quando il terreno è completamente secco, facendo in modo che rimanga sempre umido. Seguendo queste semplici indicazioni la fioritura si dovrebbe avere dall’inizio dell’estate fino ad autunno inoltrato.
Per ottenere una fioritura veramente spettacolare è bene provvedere anche a una semplice concimazione delle piante di calendula: utilizzando un fertilizzante liquido, diluito nell’acqua di irrigazione ogni 15 giorni circa, si andrà a irrorare la pianta dal momento in cui spuntano i primi germogli fino al termine della fioritura. L’unico consiglio potrebbe riguardare la quantità di azoto presente nel concime: un apporto troppo elevato di questo elemento, infatti, favorirà lo sviluppo delle foglie a scapito dei fiori, che invece godranno grazie ad una maggiore quantità di potassio.
Per coltivare la calendula al meglio, infine, due righe vanno spese anche sulla potatura che vi consentirà di ottimizzare il numero dei fiori. Tagliando gli apici vegetativi primari, ossia l’apice dalla pianta da cui il fusto prosegue a crescere, si favorirà lo sviluppo dei germogli laterali e quindi del numero totale dei fiori. Altra regola sempre valida riguarda lo strumento con cui si pota: dovrà essere pulito e disinfettato su una fiamma in modo che i tessuti interni della pianta non vengano contaminati da agenti patogeni.